Testo completo
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Nacque a Calitri il 1/06/1856 da Giuseppe e da Cleonice Teresa Chiaia. Compì, con grande profitto, corso degli studi classici ad Avellino. Laureatosi in Matematica all’Università di Napoli nel 1878, fu Assistente alla Cattedra di Astronomia; “mente pronta e ognor ferace” di profonde indagini, conseguì, nel 1880, anche la laurea in Ingegneria Civile, che segnò l’inizio di una lunga serie di successi e di ascesa. Messo in luce il suo ingegno nel concorso bandito nel 1882 per il R. Corpo del Genio Civile, fu classificato tra i primi. Seguendo I’innata inclinazione, si dedicò con ardente passione – che è poi la sua grande vocazione – allo studio particolare dei problemi ferroviari, a progettare e a costruire nuove ferrovie; ed in questo vasto ed arduo campo di studi, egli getta, animoso, la base del suo splendido avvenire.
Fu dapprima assegnato, il 23/07/1888, al Circolo ferroviario di Foggia; di poi oggetto di profonda stima da parte dei superiori, fu trasferito il 16/07/1904 nel ruolo del R. Ispettorato Generale delle Strade Ferrate. Tecnico di grande valore e di profondo pensiero, iniziò la sistemazione del porto di Genova costruendo il parco ferroviario dei Giovi; indi preparò uno studio di massima per la rete ferroviaria della Basilicata; infine fu capo di una Missione di tecnici, che si recò nella Somalia Italiana per studiare, sul pasto, un progetto di una rete ferroviaria in quella vasta colonia.
Ma dove rifulse, in piena luce, il grande artiere della tecnica ferroviaria fu quando, durante la Prima Guerra Mondiale (1915-18), organizzò e condusse a termine un vasto piano di costruzioni ferroviarie per scopi militari e strategici. A titolo d’onore, va ricordata, soprattutto, la ferrovia Montebelluna- Susegana (‘Treviso), che il Margotta, superando le numerose ed aspre difficoltà della natura e le contingenze del momento storico che la nazione attraversava, condusse a compimento in breve tempo.
Questa ferrovia fu inaugurata, improvvisamente, la none del 15/05/1916, nell’imperversare della grande offensiva austriaca sull’altopiano di Asiago – la cosi detta strafe expedition o spedizione punitiva, che si proponeva di porre ‘Italia fuori combattimento,- dando cosi un decisivo e valido contributo alla difesa del fronte alpino, violentemente minacciato. Il che potrebbe, di per se stesso, rendere ad un uomo la massima soddisfazione.
E l’importanza storica di quella ferrovia fu riconosciuta dal Governo, quando, il 22/05/1919, il Margotta venne insignito del Distintivo dl speciali benemerenze per il personale delle Ferrovie esposto ai rischidi guerra in zona d’operazione. Per le prove date d’indiscussa competenza e per la rettitudine adamantina di vita, il Margotta raggiunse, in breve tempo, il più elevato grado della gerarchia, Capo del servizio delle costruzioni ferroviarie.
Tra le opere di eccezionale importanza, che furono compiute sotto la sua alta direzione tecnica, vanno ricordate le due famose “direttissime”, la Firenze-Roma ela Roma-Napoli; di quest’ultima ebbe anche l’ambito onore d’inaugurare, il 16/07/1922, – alla presenza del Re – il tronco Roma-Formia, con un dotto discorso. Fu membro dcl Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, nel quale diede prova, anche in momenti politici assai ardui e in questioni non facili districarsi, di rara competenza.
Del Consiglio Superiore fu anche Direttore, ed in tale veste, in occasione del Nono Congresso Ferroviario Internazionale – che ebbe luogo a Roma – egli tenne,il 23/04/1921, -per incarico dcl Governo,- una interessante conferenza su “Le costruzioni ferroviarie in Italia, dalla costituzione del Regno fino ad oggi”. E quando, il 10/04/1923, per raggiunti limiti d’età, fu messo in stato di quiescenza, per la sua competenza e per i meriti veramente eccezionali fu chiamato, per Decreto Reale dell’ottobre 1923, a far parte – come esperto estraneo- del Consiglio Superiore dei LL.PP. e vi rimase fino a tarda eta, poco prima che fosse colto dalla morte.
Circondato dalle generali simpatie e dalla costante fiducia delle autorità politiche, nel 1923 fu nominato membro della Commissione Reale per l’Amministrazione provinciale di Avellino, della quale il 29/08/1929 divenne Preside. Con la suaintelligente attività e preparazione tecnica, diede all’Irpinia un indirizzo di vita nuova.; a suo titolo d’onore, si ricorda il progetto d’un Consorzio intercomunale per l’approvvigionamento idrico di quelle popolazioni con le sorgenti del Calore, ed i ripetuti tentativi, da lui compiuti, per riallacciare, con una ferrovia diretta, Napoli con Avellino.
A vantaggio della nostra provincia, il Margotta si prodigò con opera solerte ed affettuosa, e lo dimostrano le parole con cui si chiude la Relazione, che egli stesso compilò, nel 1933, alla fine della sua gestione: “Oltre all’aver curato, da probi amministratori della cosa pubblica, di ottenere una saggia e rigida amministrazione, senza far pesare in alcun modo sul bilancio [‘opera nostra, abbiamo anche posto al servizio del nostro paese le nostre personali influenze ed il nostro prestigio allo scopo di avviare problemi di grande interesse locale senza alcun onere per l’Amministrazione, a cui abbiamo avuto l’onore di essere preposti”.
Anche la nobiltà dei sentimenti in lui, che ebbe il culto della famiglia, fu intimamente connessa all’energia intellettuale ed alle opere compiute, che vennero intrecciando il vago serto di sua benemerenza e grandezza. Si uni’ in matrimonio con Costanza Irace, si presume il 1891,nata ad Avellino il 1869, deceduta a Roma il 1937, e della loro unione nacque Giuseppe, Cleonice e Francesco.”Giuseppe medico oculista”, Primario oculistica degli Ospedali riuniti di Venezia. Libero docente di clinica oculistica dell’Università di Padova. Morì a Roma il 3 agosto 1953.
Ricerca biografica a cura di Salvatore Ramundo