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La cultura gastronomica calitrana è secolare, semplice, e nello stesso tempo genuina: i cingul’ (affini ai cavatelli pugliesi) e le cannazze (ziti spezzati), servite con ragù e pecorino grattugiato, sono i piatti tipici per eccellenza assieme all’acqua sala che consiste in fette di pane bagnate con acqua bollente salata e poi arricchite con uova sode e olio soffritto con aglio e peperoncino piccante.
Le origini delle cannazze risalgono al ‘700: a Calitri, infatti, già nel 1749 esisteva una manifattura che si serviva di canne sulle quali la pasta veniva messa ad asciugare. Era un’attrezzatura – la cui vendita risulta da un atto del notaio in Calitri Eligio Rinaldi datato 26 settembre 1749 – installata all’epoca nella “casa bassa avanti la chiesa parrocchiale di San Canio”, che fu il primo pastificio di Calitri a produrre le “cannazze”.
Altri piatti ampiamente diffusi sono le lahan’ (tagliatelle), talvolta anche bollite nel latte e condite con sugo di pomodoro e fagioli, e le aurecchj’ ru preut’ (orecchiette), poi ancora gli sc’lient’ (vermicelli) e il baccalà alla ualanegna, entrambi questi ultimi piatti conditi con sugo a base di olio soffritto con aglio e peperoncino piccante.
A questi si aggiungono altri prodotti tipici locali: sauzicch (salsiccia), s’br’ssata (soppressata), pr’sutt’ (prosciutto), cap’cuoggh‘ (capicollo), f’r’magg’ (formaggio), r’cotta (ricotta).