Testo completo
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Nato a Calitri il 21 agosto 1826 da Francesco e da Serafina Zampaglione. si laureò in Giurisprudenza all’Univ. di Napoli. Educato ai sentimenti di libertà e di amor patrio, si iscrisse alla Giovine Italia, ed il 15 maggio ’48 combattè sulle barricate di Napoli.
Gentiluomo facoltoso e di temperamento fattivo, fece della sua vasta proprietà terriera una moderna azienda agricola, introducendo macchine e metodi razionali di coltivazione. Il suo esempio servì di incitamento agli agricoltori per rompere i tradizionali metodi di coltura, e determinò il vero risorgimento economico della popolazione, che viveva prevalentemente dei frutti del suolo. Tanto fervore di bene gli valse così grande stima da essere eletto capo dell’Amministrazione Comunale, a cui portò il contributo della sua esperienza nella soluzione di alcuni problemi annosi. Il suo nome fu ben presto noto anche nei paesi vicini.
Il mandamento di Lacedonia lo mandò dal 1867 al 1871 suo rappresentante al Consiglio Provinciale’, quivi seppe conquistarsi la fiducia e la stima di tutti i componenti e con votazione unanime fu chiamato, nella tornata dell’8 settembre 1868 al seggio presidenziale. Nel Consiglio Provinciale era tra i più stimati per competenza e rettitudine.
Fu uno strenuo sostenitore della rete stradale da costruire nell’alta Irpinia per valorizzare quella regione ancora impervia; ed a lui si deve la costruzione della carrozzabile che, partendo dal Crocifisso di Bisaccia – allacciatasi alla strada nazionale Avellino – Melfi – avesse congiunto Calitri e gli altri Comuni alla strada detta di Matera, presso la Ficocchia, dopo aver valicato l’Ofanto con un ponte. Anche la costruzione di questo ponte, veramente monumentale, venne approvata, per suo interessamento, dal Consiglio Provinciale nel 1889 con votazione unanime; e perciò fu chiamato “Ponte Giuseppe Tozzoli”.
Aveva appena toccato l’età voluta per legge che dal Collegio di Lacedonia fu mandato, nel 1865, Deputato al Parlamento, dove prese posto alla Sinistra, “in quella giovine Sinistra del ’65, composta il più di ricchi proprietari e di notabili locali, che gittarono giù la così detta consorteria e vennero al Parlamento a protestare contro la cattiva amministrazione” (I).
Alla Camera, combattendo nel ’65 la soppressione della progettata ferrovia di Conza, gettò i primi germi che indussero il Ministero dei LL. PP. a studiare quella complessa rete di linee ferroviarie, che denominate in seguito “Ofantine” hanno dato all’Irpinia rapidità di comunicazione e sviluppo al commercio. A tale scopo, scrisse un lavoro assai apprezzato: La convenzione del 28 settembre 1865 e la Società delle Ferrovie Meridionali (Torino, 1865).
Chiusasi, nel ’67, la breve e procellosa IX Legislatura, il Tozzoli fu rieletto per la X e per la XI Legislatura, e tenne il mandato politico fino a novembre del 1874, allorché si ritirò a vita privata. lasciando il Collegio a Francesco De Sanctis ed adoperandosi per la vittoria del grande letterato: ” Giuseppe Tozzoli, mio collega, amico e compare, il deputato uscente – scrive lo stesso De Sanctis, in “Un viaggio elettorale” – ritiratosi dalla lotta con una nobilissima lettera a me indirizzata: Affido a voi la mia bandiera, scriveva, e confido che non ve la lascerete cadere di mano”.
E con l’appoggio del Tozzoli, “dopo tanti immensi dolori, il De Sanctis provò, per lui, la soddisfazione di rappresentare il nativo collegio di Lacedonia” – come rileva ‘”La Provincia” giornale di Avellino (30 ottobre 1892). Si spense il 19 agosto 1881, lasciando un figlio, Francesco, al quale il De Sanctis, al ferale annunzio di tanta perdita, telegrafava: “Costernato partecipazione, lamento morte immatura insigne amico mio, decoro famiglia, onore città natale”.
Coniugato a Calitri con Maria Agnese Tozzoli, il 30.10.1851.
(I) F. De Sanctis, Un viaggio elettorale, (ed. Morano), cap VII.
Ricerca biografica a cura di Salvatore Ramundo