Testo completo
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Figlio di Giuseppe e di Maria Agnese Tozzoli (dello stesso lignaggio), nacque a Calitri il 22 settembre 1852. Laureatosi in Legge nel 1876, frequentò con interesse i Circoli di studi giuridici e storici in Napoli – allora così famosi – e nel dicembre 1875 fu tra i soci promotori per la fondazione della Società di storia patria per le province napoletane. Sostenne con passione la candidatura politica del De Sanctis, nella famosa ed aspra lotta elettorale del 1874-75: “M’era ai fianchi il Tozzoli, giovine intelligente e operoso – scrive lo stesso De Sanctis – e fu tra quelli che ebbe più chiaro il concetto di quel moto politico”. La mente sveglia, la fermezza ed onestà di carattere gli meritarono, ancora giovane, la fiducia dei concittadini, che l’elessero prima Consigliere Comunale, indi Sindaco; di poi, nel 1890, lo mandarono loro rappresentante al Consiglio Provinciale, per il mandamento di Aquilonia. Nella vita pubblica seguì le onorate orme paterne; e molti furono i fatti che, in particolare, dimostrarono la sua bontà e l’elevatezza d’ingegno.
Il Collegio di Lacedonia, apprezzando tali meriti, lo mandò, il 6 novembre 1892, Deputato al Parlamento. Il Tozzoli, “pianta di buon seme”, fu di sinceri sentimenti democratici, ed aveva in animo di svolgere un vasto programma a beneficio dei negletti Comuni dell’alta Irpinia; ma dopo appena sessantanove giorni da che era entrato a far parte del Parlamento, si spegneva, in Napoli, il 15 gennaio 1893.
La sua figura morale viene così delineata da un illustre parlamentare meridionale: “Figlio di un uomo già caro ‘ alle popolazioni ” dell’alta valle dell’Ofanto, il cui nome è tuttora laggiù simbolo di patriottismo e benemerenza, Francesco Tozzoli aveva per tempo saputo mostrare di essere degno seguace degli ammaestramenti paterni; e diligente, assiduo amministratore della cosa pubblica nel Comune e nella Provincia, a trentaquattro anni egli era entrato in Parlamento per vera, sincera volontà dei popolo, vinta dalla sua virtù senza pompe e senza ipocrisia, dalla dolce tempra del suo cuore che ignorava financo che fosse, che volesse significare procurar male o dolore al prossimo”.
Coniugato a Candela con GiovanninaRipandelli 1886.
Ricerca biografica a cura di Salvatore Ramundo