Testo completo
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Vincenzo Di Milia nacque a Calitri il 26 ottobre 1839. A sedici anni, entrò nell’Ordine dei PP. Cappuccini, prendendo il nome di Bernardino, ed il 23 settembre 1864 fu ordinato sacerdote. Dotato di forte e vivace ingegno e vasta cultura, venne, giovanissimo, prescelto ad insegnare teologia e filosofia in vari monasteri del suo Ordine, così in Italia come in Francia.
Nel 1875, Mons. R. Cocchia, nominato delegato apostolico dell’America centrale, conoscendo le sue doti, lo invitò a seguirlo come segretario e collaboratore in questa difficile missione. Le popolazioni delle Antille erano dilaniate da lotte civili ma grazie alla loro forza d’animo e capacità riuscirono in breve tempo a ristabilire la pace.
Ma fu nel 1877 che il nome di Bernardino Di Milia occupò l’opinione pubblica di tutto il mondo. In quell’anno, durante i lavori di restauro della cattedrale di Santo Domingo, fu rinvenuto il sarcofago con i resti di Cristoforo Colombo ed a lui fu affidato il compito di portare in Italia parte dei resti del navigatore genovese posti in due urne: una destinata all’Università di Pavia e l’altra al Vaticano. Tutta la stampa dell’epoca tributò meritati elogi al religioso di Calitri.
Di lì a qualche anno, venne nominato Delegato Apostolico dell’America centrale e consacrato Vescovo (1884). Mons. Di Milia rimase nelle Antille fino al 1890, continuando, con successo, l’opera diplomatica e sacerdotale presso le repubbliche di Santo Domingo, Haiti e Venezuela, finchè la Santa Sede, lo trasferì al governo della diocesi di Larino (Molise). Qui vi restò per 19 anni fino alla sua morte avvenuta il 6 aprile 1910.
Rimangono del suo governo episcopale numerose Lettere Pastorali, le quali, da sole, formano il più bello e perenne monumento della sua dottrina e pietà cristiana.