Testo completo
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Partendo sempre da piazza della Repubblica, ci incamminiamo per quello che una volta era Corso Matteotti, una via che prima del sisma del 23 novembre 1980 era il fulcro della vita calitrana; costellata di abitazione e di botteghe, in un certo senso collegava la parte vecchia del paese con la parte nuova. Oggi dai ruderi delle case distrutte dal sisma è venuta alla luce una torre dal basamento troncoconico facente parte della cinta muraria dell’antico castello. Vicino alla torre si apriva la cosidetta “Porta di Nanno”, uno degli accessi al borgo medievale di Calitri. La torre è stata successivamente restaurata.
Continuando, sulla sinistra troviamo Palazzo Tozzoli. Di fronte possiamo vedere il Monumento ai Caduti in guerra circondato dagli alberi dei giardini pubblici. Giungiamo così innanzi alla Chiesa Madre di San Canio, interamente ricostruita dopo il terremoto del 1980. Nella chiesa troviamo l’altare maggiore in marmo intarsiato del XVIII secolo e alcuni dipinti risalenti al XVIII secolo. Uno di questi raffigura “l’Apoteosi di San Canio”.
L’antica Chiesa Madre si trovava vicino al Monastero delle Benedettine; seriamente danneggiata dal terremoto del 1694, fu ricostruita nello stesso posto ma a causa della frana fu abbattuta nel 1883 e riedificata dove oggi la vediamo.
Proseguendo svoltiamo a sinistra vicino all’Istituto Suore Gesù Redentore, un tempo sito dell’antica chiesa di S. Michele, e giungiamo così alla “Strada r’Pier” (via F. De Sanctis) che ci porta fino a via San Vito e da qui alla chiesa dell’Immacolata Concezione, costruita nel ‘700 e poi ricostruita dopo il sisma del 1980.
Salendo per via Concezione ci incamminiamo per via Alfonso Gesualdo, famoso cardinale nato a Calitri e sepolto nella navata sinistra del duomo di Napoli: fu uno dei più importanti arcivescovi napoletani. Da via Gesualdo, dove si susseguono cortili all’aperto innanzi alle abitazioni con i caratteristici muretti di sostegno, i “gafij”, giungiamo a via Fontana, strada che conduceva alla fontana pubblica costruita nel 1733 ai piedi di colle San Biagio.
Risalendo via Fontana, dopo essere passati sotto alcuni caratteristici archetti che fungono da “ponte” d’ingresso ad alcune abitazioni, al termine di un angusto vicoletto, ci troviamo in via Faenzari.
In via Faenzari un tempo si trovavano le botteghe degli artigiani ceramisti, discendenti dei primi ceramisti provenienti, così vuole la tradizione, da Faenza, che nei secoli hanno resa famosa Calitri.
Troviamo poi la chiesa dedicata a Sant’Antonio di Padova costruita nel ‘600; al suo interno è custodito un quadro raffigurante il Santo.
Dalla chiesa di Sant’Antonio ci spostiamo nella vicina chiesa di San Bernardino, dove possiamo ammirare il bel portale in pietra risalente al ‘700.
Vicino alla chiesa hanno inizio le scale che salendo per il Calvario ci portano fino all’omonima chiesetta, meta della processione del venerdì Santo.
Dalla chiesa di San Bernardino ci incamminiamo verso la chiesetta di Santa Lucia, di origini cinquecentesche, dove sono custodite due statue di Santa Lucia. Da qui possiamo ammirare il bellissimo panorama offertoci dal centro storico di Calitri.
Tornando indietro abbiamo due possibili alternative. La prima ci porta al sentiero della Cupa, recentemente ripristinato e riaperto al pubblico.
La seconda ci porta a via Sotto le Ripe dove possiamo vedere un pezzo del costone nord dell’antico castello anch’esso restaurato. Da qui giungiamo di nuovo dinanzi al Monumento ai Caduti. Possiamo così ritornare al nostro punto di partenza, cioè Piazza della Repubblica o continuare per via Largo Croce ed eventualmente uscire fuori dal paese, alla ricerca di altri luoghi suggestivi da poter scoprire.